La suggestione di essere artisti spesso lo fa diventare.— Antonio Castronuovo
La suggestione di essere artisti spesso lo fa diventare.
Molti diritti sono doveri ben mascherati.
Tutte le forme letterarie convivono col lavoro. Solo l'aforisma, il frammento, uno zibaldone, sono figli dell'ozio.
Solo chi ricerca, e sente che deve farlo, ha in uggia dogmi e ideologie, non si rassegna a verità codificate, già impacchettate e pronte per il commercio di anime.
L'ironia non si definisce, si sente.
Malinconia: tristezza che diventa leggera.
Sono pochissimi quegli artisti che sappiano destare negli spettatori il sentimento della verità; colpa dei metodi d'istruzione.
Il tocco supremo dell'artista, sapere quando fermarsi.
Lo strano impulso dell'artista consiste nel sovrapporre ai brulicanti aspetti del mondo reale una folla di figurazioni nate dal suo spirito, dal suo occhio e dalle sue mani.
La fine degli ideali classici ha reso tutti dei possibili artisti e, dunque, cattivi artisti.
Ciò che fa artista l'artista non è lo sperimentare in sé i problemi come tali, ma il risolverli artisticamente.
Soltanto un artista può indovinare il senso della vita.
La frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie è, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa.
L'artista è, in primo luogo, uno che ha fiducia in sé stesso.
Noi siamo dei venditori. Bisogna vedere se siamo abbastanza onesti da vendere carne fresca oppure carne marcia.
Non bisogna chiedere all'artista più di quanto possa dare, né al critico più di quanto possa vedere.