Una bella morte... che sciocchezza, la morte non è mai bella, la morte è laida, sempre, è la negazione della vita.
Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto,quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno, e si salpa.
I sogni non si devono raccontare, perché è come dare l'anima.
Dicono che la morte è un mistero, ma il fatto di essere esistito è un mistero maggiore, apparentemente è banale, e invece è così misterioso.
La vita è un appuntamento, solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove.
Il suicidio, per il fatto di essere una scelta radicale, paradossalmente in fondo è più facile: un gesto, e via.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.
La nostra vita scaturisce dalla morte degli altri.
Non è vero che la morte ci giunge come un'esperienza in cui siamo tutti novellini, come dice Montaigne. Tutti prima di nascere eravamo morti.
Non ho paura della morte: è la posta che stabiliamo per giocare al gioco della vita.
Spesso fa più male la paura di morire che la morte.
La morte non vuole gli stupidi.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
Soltanto quando siamo maturi per morire intravediamo come avremmo dovuto vivere.
La morte è certa, la vita no.
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