Chi non conosce il suo limite tema il destino.— Aristotele
Chi non conosce il suo limite tema il destino.
Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.
L'antidoto contro cinquanta nemici è un amico.
La virtù dipende da noi, e così pure il vizio. Infatti, nei casi in cui dipende da noi l'agire, dipende da noi anche il non agire, e in quelli in cui dipende da noi il non agire, dipende da noi anche l'agire.
Un essere che per natura non appartiene a se stesso ma a un altro, pur essendo uomo, questo è per natura schiavo: e appartiene a un altro chi, pur essendo uomo, è oggetto di proprietà.
Il poeta è un imitatore, come il pittore o qualunque altro artista che produca delle immagini. Perciò egli deve necessariamente seguire una delle tre maniere di imitare: deve rappresentare le cose o come furono o sono realmente, o come si dice e si crede che siano, o come dovrebbero essere.
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
Abbiamo bisogno di vedere che i nostri limiti vengano trasgrediti e che ci sia vita che pascoli liberamente dovunque noi vaghiamo.
C'è un limite oltre cui nessuno riesce a restare sospeso nel vuoto senza farsi prendere dal panico.
Non c'è destino, ma soltanto dei limiti. La sorte peggiore è subirli. Bisogna invece rinunciare.
Cavilla sui tuoi limiti e senza dubbio ti apparterranno.
La felicità più grande consiste nell'accettare i nostri limiti e amarli.
Ogni uomo prende i limiti del proprio campo visivo per i limiti del mondo.
Quando i limiti sono trascesi viene a mancare il riferimento all'esperienza possibile, così l'uomo cade nelle "inevitabili illusioni della ragione umana".
Bisogna che ognuno conosca i propri limiti.