Non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo.
C'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici.
Riconciliarsi con un amico con cui avevamo troncato i rapporti è una debolezza che si sconta allorché egli, alla prima occasione, rifarà esattamente ciò che aveva provocato la rottura, anzi con maggiore sfacciataggine, nell'intima consapevolezza di essere indispensabile.
La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l'intreccio dei fili.
Il nostro pensiero di una felicità futura è sempre chimerico: ora c'inganna la speranza, ora ci delude la cosa sperata.
Il più insignificante presente ha, rispetto al più insignificante passato, il vantaggio della realtà.
Il segreto credo che sia non pensare la morte è la fine, ma pensarla piuttosto come un modo molto efficace di ridurre le vostre spese.
Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo.
Salvo complicazioni, morirà.
Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
'A morte 'o ssaje ched'e?... è una livella.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
La morte distrugge un uomo: l'idea della morte lo salva.
La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.
Guardando un cadavere, la morte mi sembra una partenza. Il cadavere mi dà l'impressione di un vestito smesso. Qualcuno se n'è andato e non ha avuto bisogno di portare con sé quell'unico vestito che indossava.
La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.