Non è vero che la morte ci giunge come un'esperienza in cui siamo tutti novellini, come dice Montaigne. Tutti prima di nascere eravamo morti.
In genere è per mestiere disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla sua vita.
È concepibile che si ammazzi una persona per contare nella sua vita?
La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.
Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
Solo ciò che è trascorso o mutato o scomparso ci rivela il suo volto reale.
Gli anni più belli della vita li aspetteremo fino alla morte.
Notare nei cimiteri il grande rispetto della morte da parte di gente che non ha rispetto per la vita.
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Essere ricordati dopo morti, è una povera ricompensa per essere trattati con disprezzo mentre stiamo vivendo.
Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
La morte s'avvicina, e il suo rumore: Fratello, Amico, Ombra, cosa importa? È la morte la nostra unica porta per uscire da un mondo dove tutto muore.
La morte è scrutata solo da occhi viventi.
È bella la morte quando pone fine a una brutta vita.
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.
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