Difficile che in fondo alla sventura non ci sia qualche po' di colpa.
Come il sole la nebbia, così il pensier della morte fuga e discioglie ogni cupidigia, ogn'invidia, ogni odio.
Troppe sono le cose di cui abbiamo bisogno; poco men che altrettante quelle di cui potremmo far senza.
Chi lavora con l'ascia non può fare se non lavori grossi. Le operazioni più delicate della vita non si possono eseguire con ira e con violenza.
L'uomo retto s'avvezzi a solitudine.
I novantanove centesimi della critica che si fa tra gli uomini non nasce già dall'amore del vero, ma da presunzione, arroganza, acrimonia, litigiosità, astio gelosia.
Chi si lascia stordire dalla sventura, non può approfittare del suo insegnamento.
C'è una sola strada che porta gli uomini alla vera grandezza umana: la dura scuola delle sventure.
È buona cosa apprendere la cautela dalle sventure altrui.
La sventura è la nostra più grande maestra e la nostra migliore amica. È lei che c'insegna il senso della vita.
Non possiamo né contare tutti gli sventurati, né piangerne uno solo degnamente.
È permesso guardare la sventura a tradimento per soccorrerla.
Questo solo di buono ha la continua sventura, che finisce per temprare le sue vittime di sempre.
La sventura è per il nostro animo il calore che lo mantiene molle: nella buona sorte è facile che diventi duro.
Per gli uomini le sventure altrui sono la miglior medicina delle proprie.
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