A volte capita a noi come ai libri: ci troviamo nel posto sbagliato.— Carlo Gragnani
A volte capita a noi come ai libri: ci troviamo nel posto sbagliato.
Sperare soltanto nelle certezze; è più sicuro.
Tentazione dell'intelligenza: capire presto e accontentarsi.
Malessere o non essere? Questo è il problema.
Un errore ripetuto frequentemente ha una grande forza di persuasione.
Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio.
Il giornalismo è un viaggio all'esterno di se, i libri sono un viaggio dentro di se.
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.
I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti.
Deve essere assolutamente facile dire in mezz'ora se un libro vale qualcosa o non vale niente. Dieci minuti bastano, se uno ha istinto per la forma.
Non è né il meglio né il peggio di un libro, ciò che in esso è intraducibile.
Si possono ignorare moltissimi libri, senz'essere, per questo, un ignorante.