I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?— Enzo Biagi
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
Quando sento dire che uno è considerato un innovatore perché decide di leggere il TG in piedi, è come se ti chiedessero se scrivi con la biro o con la macchina, e quanto questo influisce.
Quando penso alla Russia penso al dolore: non solo ai drammi, ma anche alle miserie di ogni giorno.
La vita è un rischio che non si può fare a meno di correre.
Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà.
Denunciare è del giornalismo, proporre soluzioni è già politica.
Provo ripugnanza per questo modo di fare giornalismo.
I giornali hanno con la vita all'incirca lo stesso rapporto che hanno le cartomanti con la metafisica.
Non sono un giornalista, sono un giornalaio.
E' una calunnia che i giornali non stimolino i propri lettori al pensiero. Di certo li portano ai cruciverba.
I giornali non stampano smentite, è ovvio: diminuisce la fiducia del pubblico nella stampa.
I giornali seguono tutti politiche diverse, per cui, come è ovvio, devono dare notizie diverse.
Il giornalismo dovrebbe essere testimonianza e distacco, ma quando racconti storie emotivamente forti è difficile non restarne coinvolti.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Forse per questo tanti giornalisti diventano arroganti e presuntuosi da vecchi: per le umiliazioni che hanno dovuto ingoiare all'inizio del mestiere.
Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile.