Il vasaio ce l'ha con il vasaio e l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico e il poeta il poeta.— Esiodo
Il vasaio ce l'ha con il vasaio e l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico e il poeta il poeta.
La fame è la compagna dell'uomo inoperoso.
L'alba porta avanti nel cammino, porta avanti nel lavoro.
Quando il cardo fiorisce e da un albero la cicala canoradiffonde l'armonioso frinire battendo le ali, è giuntoil tempo dell'estate, all'ombra e con il cuore sazio,beviamo allora il vino generoso godendo del dolce alitaredi Zefiro sul viso.
Una giornata a volte è matrigna, a volte è madre.
Il poco è poco, ma se aggiungi il poco al poco e lo fai di frequente, presto il poco diventerà molto.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Possiamo descrivere il nostro odio, la nostra gelosia, le nostre paure, le nostre vergogne. Ma non la nostra invidia.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
L'invidia è il tormento dell'impotenza.
Non invidiare chi sembra avere tutto, non ha davvero tutto. Ha ciò che vuole e vive la vita che desidera, ma non ha ciò di cui ha veramente bisogno.
L'invidia è l'arte di contare i colpi di fortuna degli altri anziché i propri.
L'invidia si annida in fondo al cuore umano come una vipera nella sua tana.
O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!
L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo pecco d'invidia.