Tutti al mondo sono poeti, perfino i poeti.— Gesualdo Bufalino
Tutti al mondo sono poeti, perfino i poeti.
Bisogna che abbiamo un'idea molto primitiva dell'eternità se facciamo tanto caso del morire a trenta o a cent'anni.
Un libro non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire.
Talvolta amare è solo vanità di amare. Nessuno si rassegna all'idea che agli altri succeda e a lui no.
Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
L'unica cosa asciutta: la sterilità.
Ci sono tante cose tra cielo e terra che solo i poeti si sono sognate e hanno cantato.
Tutti i poeti sono pazzi.
Poeta si nasce, oratore si diventa.
Il poeta è un bugiardo che dice sempre la verità.
Il vero poeta moderno dovrebbe scrivere sui muri, per le vie, le proprie sensazioni e impressioni, fra l'indifferenza o l'attenzione dei passanti.
Le opere dei grandi poeti non sono ancor mai state lette dall'umanità, perché solo grandi poeti le sanno leggere.
Io non credo in quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. Io so quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo ogni singolo verso genuino deve aver bevuto, prima di poter alzarsi in piedi e camminare da solo.
Un buon poeta non sa mai chi e che cosa è, è a un passo dall'orlo dell'abisso, ma non c'è niente di sacro in quello che fa, è un mestiere. Come lavare i pavimenti di un bar.
L'aria è la stessa: il poeta inspira, l'aforista espira.