In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
Lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura.
Già il fatto che un libro sia un romanzo non depone a suo favore, è un connotato lievemente losco, come i berretti dei ladruncoli, i molli feltri dei killers, gli impermeabili delle spie.
A D'Annunzio non interessa trasmettere alcunché, vuole solo costruire delle strutture e per costruire saccheggia la totalità del vocabolario italiano.
Le parole usate per servire a qualcosa si vendicano.
La vita è e deve essere un negativo dei sogni.
Chi può, fa. Chi non può, insegna.
Insegnando s'impara.
Lunga è la via dell'insegnare per mezzo della storia, breve ed efficace per mezzo dell'esempio.
C'è un duplice vantaggio nell'insegnare, perché, mentre si insegna, si impara.
Noi, nel nostro sistema educativo, abbiamo gravato la memoria d'un peso di fatti sconnessi, e con fatica tentato di impartire il nostro sapere laboriosamente acquisito. Insegniamo alla gente a ricordare, non le insegniamo mai a crescere.
Non puoi insegnare niente a un uomo; puoi solo aiutarlo a scoprirlo in sé stesso.
Nel mondo quelli che sono disposti a impartire un insegnamento sono molti; quelli che lo ricevono con piacere, invece, pochi; ancora meno, poi, quelli che adottano l'insegnamento ricevuto.
Colpisci uno per insegnare a cento.
L'insegnare non è quasi altro che assuefazione.
Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.