La parola è una specie di laminatoio che affina i sentimenti.
Esiste della gente fortunata, fornita di doti eccezionali, di sensibilità e di immaginazione, che è sempre all'altezza delle circostanze, che piange sempre ai funerali, ride sempre ai matrimoni.
Calvizie. Sempre precoce e causata dagli eccessi di gioventù, o dalla concezione di grandi pensieri.
Laconismo. Lingua che non si parla più.
Il tenore ha sempre una voce «incantevole» e «tenera», il baritono un organo «simpatico» e «ben timbrato», il basso un'emissione «potente».
Se l'individuo non può sapere niente, perché tutti insieme ne saprebbero di più?
Le parole sono come le foglie, dove abbondano raramente nascondono un frutto.
La struttura della parola è che il soggetto riceve il suo messaggio dall'altro in forma inversa.
L'uomo per la parola, e il bue per le corna.
Le parole sono gli spiccioli del silenzio.
La parola è un bel dono; ma non rende la ricchezza del nostro interno; è un riflesso smorto e tiepidissimo del sentimento, e sta alla sensazione come un sole dipinto al sole della natura.
La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.
Tra due parole, bisogna scegliere la minore.
Le parole sono azioni.
La parola comunica il pensiero, il tono le emozioni.
Le parole non sono mai pazze... è la sintassi che è pazza.