L'uomo economo è il più ricco degli uomini, ma l'avaro è il più povero.
L'amore, così come si pratica nella società, non è altro che lo scambio di due fantasie e il contatto di due epidermidi.
L'opinione pubblica è una giurisdizione che l'uomo dabbene non deve mai riconoscere senza riserve, e non deve mai rifiutare.
La maggior parte delle amicizie sono farcite di "se" e di "ma", e va a finire che diventano delle semplici relazioni che si reggono a forza di sottintesi.
L'amore è come le epidemie: più uno le teme, più è esposto al contagio.
La giornata più perduta di tutte è quella in cui non si è riso.
L'avarizia impedirà a un uomo di finire in miseria, ma in genere lo rende troppo pauroso per consentirgli di diventare ricco.
L'avarizia degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco.
All'avaro manca tanto quello che ha quanto quello che non ha.
L'avaro spende lo stretto necessario: il prodigo, tutto il superfluo.
Perfino le persone prodighe diventano, con un avaro, oculate, attente improvvisamente alla ripartizione delle spese.
E gioverravi ricordarvi che l'avarizia fu sempre inimica della virtù. Raro potrà acquistare nome animo alcuno che sia dato al guadagno.
L'avaro diventa ricco facendo mostra di essere povero, mentre il prodigo s'impoverisce facendo mostra di essere ricco.
L'avaro ha altrettanto bisogno di ciò che possiede che di quello che non possiede.
Piangiamo sulla povertà, ma non inteneriamoci per l'avarizia nemmeno se è l'avarizia di un povero.
L'avarizia è l'unico vizio che, negli occhi dei posteri, si trasforma in virtù.