Il far tutto il male che si può è uffizio del demonio; il non fare tutto il bene che si deve è azione da bestia.
Uno scudo in borsa fa più onore di cento scudi buttati inutilmente.
I prudenti devono sempre far conto di morir presto, e perciò fare al più tosto quello che devono.
Il fidarsi troppo alle speranze non è da savio, né il trascurarle: il prudente deve considerare i pericoli che per lo più si nascondono sotto la scorza della speranza.
C'è un primato inalienabile del bene e del vero, cui nessun potere di questo mondo ha diritto di sostituire altri primati.
Dicano pure di noi tutto il bene che vogliono, non ci diranno mai niente di nuovo.
Il male non è che una vanità: abbiamo l'orgoglio del bene e non disperiamo.
Il buon senso è come un cannocchiale che fa vedere da lontano il male e il bene.
Non fu mai savio partito fare disperare gli uomini, perché chi non spera il bene non teme il male.
Si aggiunga al già detto, che amore, con cui amiamo, è brama con cui ogni cosa brama, mediazione fra bene e male, brutto e bello (non dunque non brutto e non bello), ma buono e bello in rapporto a una certa comunicazione e partecipazione.
Il bene è di rado attraente, è mestieri ricordarsene.
L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.
È sempre un errore contemplare il bene ed ignorare il male, perché rende le persone negligenti e le porta a compiere disastri. Esiste un pericoloso ottimismo dell'ignoranza e dell'indifferenza.
Il bene di cui parlo io è quello che può essere considerato bene per se stessi e per tutti.
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