Fidarsi di un malvagio è dargli mezzo per nuocere.
È vergognoso vivere di rapina, morire di rapina, invece, è bellissimo.
È cosa iniqua non stendere la mano verso chi è caduto.
Gran parte della libertà consiste nel saper dominare l'appetito.
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili.
Bisogna mirare alla libertà. E c'è un solo modo per ottenerla: l'indifferenza verso la sorte.
Il buono vive in società, il malvagio da solo.
Anche se l'uomo ha rimosso nell'inconscio i suoi impulsi malvagi e vorrebbe dirsi che non è responsabile di essi, qualcosa lo costringe ad avvertire questa responsabilità come un senso di colpa il cui motivo gli è sconosciuto.
Se i malvagi prosperano e i più adatti sopravvivono, la natura è il dio dei mascalzoni.
Non si dà malvagità senza qualche parto d'imbecillità.
I malvagi sono colmi di pentimento.
Il malvagio ha due maniere di nuocere: facendo il male e facendo il bene.
C'è malvagità in un'intenzione malvagia, anche se l'atto non viene perpetrato.
Vedere e ascoltare i malvagi è già l'inizio della malvagità.
A re malvagio consiglier peggiore.
Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c'è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell'animale che muore.