Indulgere al piacere è l'inizio di tutti i mali.— Lucio Anneo Seneca
Indulgere al piacere è l'inizio di tutti i mali.
È cosa iniqua non stendere la mano verso chi è caduto.
L'anima è più forte di ogni fortuna, indirizza da sé le cose in un senso o nell'altro ed è causa della propria felicità o infelicità.
Abbastanza lunga è la vita e data con larghezza per la realizzazione delle cose più grandi, se fosse tutta messa bene a frutto.
Il sommo bene, cioè la felicità, non cerca al di fuori mezzi per realizzarsi; è un bene interiore e nasce tutto da se stesso; diventa schiavo della sorte se ricerca una parte di sé all'esterno.
Prima di diventare vecchio ho cercato di vivere bene, ora che sono vecchio cerco di morire bene: a morire bene significa morire volentieri.
Di tutti i piaceri i puritani non ci concedono che quello di grattarci.
Non è nella novità, è nell'abitudine che troviamo i più grandi piaceri.
L'attesa del piacere è essa stessa un piacere.
L'impressione di piacere può rimanere tale fino a quando non si è certi di piacere soprattutto a sé stessi.
Tutto il segreto del non-essere-desiderio dell'uomo, sta in questa espressione: rinuncia al godimento, che gli psicanalisti prendono in un senso che viene a negarla: per essi non si rinuncia al godimento che per godere meglio.
Dopo tutto il piacere è una guida più sicura del diritto o del dovere.
I piaceri dell'amore durano un attimo, le pene d'amore durano per tutta la vita.
Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
Se ogni piacere si intensificasse nel suo luogo e nella sua durata, e pervadesse tutto il nostro composto o le parti più importanti del nostro essere, allora i piaceri non differirebbero gli uni dagli altri.
Sicuramente un Re che ama il piacere è meno pericoloso di uno che ama la gloria.