Stolto è colui che giudica gli uomini dal vestito o dalla condizione sociale.
Dovunque c'è l'uomo, c'è l'occasione per fare del bene.
Mi spezzerò, ma non mi piegherò.
Attraversa pure il mare, lascia che scompaiano terre e città all'orizzonte, i tuoi vizi ti seguiranno dovunque andrai.
La condizione dell'uomo poggia su buone basi: nessuno è infelice se non per sua colpa. Ti piace vivere? Vivi; se no, puoi tornare da dove sei venuto.
Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
Volesse il cielo che gli stolti e i dappoco fossero capaci dei più piccoli mali, purtroppo invece sono capaci anche dei più grandi.
Il paese di più incerti confini che sia nel mondo è quello della umana stoltezza.
Stolti sono coloro che non sanno che la metà spesso vale più del tutto.
Se lo stolto persistesse nella sua stoltezza diventerebbe saggio.
La stoltezza ha questo di proprio: ricomincia sempre da capo la vita.
Lo stolto è felice e infelice allo stesso modo che il saggio.
Aver sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non aver mai dubbi: non sono queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo?
Stolto è chi rinuncia ai beni che già ha, nella speranza di ottenerne di maggiori.
Gli stolti vogliono vivere a lungo, ma non sanno godere una vita lunga.
Più facile premunirsi contro la malvagità che contro la stoltezza degli uomini.
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