Non c'è male all'infuori della colpa.— Marco Tullio Cicerone
Non c'è male all'infuori della colpa.
Ai pittori ed ai poeti sempre fu concesso di osare qualche cosa nel limite dovuto.
La memoria diminuisce se non la tieni in esercizio.
Al danno s'aggiungerebbe la beffa.
La fortuna non solo è cieca, ma acceca spesso anche le persone cui ha concesso i propri favori.
Bisogna essere servi delle circostanze.
I colpevoli è meglio sceglierli che cercarli.
Ogni colpa sembra mostruosa finché non arriva un'altra colpa che le sia compagna.
Chi trova nella propria vita molte colpe si sveglia di frequente anche dai sogni come i fanciulli e vive nella paura, tra brutti presentimenti; a chi invece è conscio di non aver commesso alcuna ingiustizia sta sempre accanto una lieta speranza e una buona "nutrice di vecchiaia".
Quando viene assolto un colpevole, è condannato il giudice.
Chi sfugge ad un processo confessa la propria colpa.
Una colpa non è cancellata finché si rammenta.
Quando le cose mi cadono dalle mani, non è colpa mia, è colpa delle cose.
Bisogna evitare le colpe non per paura, ma perché si deve.
La colpa esiste solo per i rei confessi. L'insufficienza di prove e il beneficio del dubbio sono capisaldi giuridici irrinunciabili.
L'assoluzione del colpevole condanna il giudice.