Dio, il grande Estraneo.— Emil Cioran
Dio, il grande Estraneo.
La religione è un'arte di consolare.
A tal punto il dubbio su di sé travaglia gli esseri che questi, per porvi rimedio, hanno inventato l'amore, tacito patto fra due infelici per sopravvalutarsi, per incensarsi spudoratamente.
Quando siamo nati abbiamo perso quanto perderemo con la morte: tutto.
Il tormento, per alcuni, è una necessità, un bisogno, un appetito, un compiacimento.
Se Dio è tutto, non dà gioia essere parte di questo tutto.
Non è Dio che è morto, è questo papa che è vivo.
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.
Se fai due passi verso Dio, Lui ti corre incontro!
Dio, se esiste, tace. Penso molto a Dio. Come sarà, sempre che esista? In nessun caso simile a come ce lo mostrano le religioni.
Solo Dio non sbaglia mai e in tutto riesce.
Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio.
A forza di insistere Dio è costretto a esistere, a forza di preghiere si forma il suo orecchio, a forza di lacrime nostre i suoi occhi vedono, a forza di allegria spunta il suo sorriso.
Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?