Pregare, altro vizio solitario.— Gesualdo Bufalino
Pregare, altro vizio solitario.
La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
Così maldestro mi aggiro tra gli uomini che rischio di apparire sospetto.
Una metà di me non sopporta l'altra. E cerca alleati!
Il dubbio è una passerella che trema fra l'errore e la verità.
Attraversa pure il mare, lascia che scompaiano terre e città all'orizzonte, i tuoi vizi ti seguiranno dovunque andrai.
Non vi fate schiavi del vostro stomaco: questo viscere capriccioso, che si sdegna per poco, pare si diletti di tormentare specialmente coloro che mangiano più del bisogno, vizio comune di chi non è costretto dalla necessita al vitto frugale.
I vizi ti allettano con una ricompensa: al servizio della virtù devi vivere gratuitamente.
Ma ne li vizi abominandi e brutti non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.
I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà.
Ciò che è crimine per la moltitudine, è solo vizio per i pochi.
Quando i vizi ci abbandonano, ci lusinga credere di averli abbandonati noi.
I vizi si insinuano più facilmente attraverso i piaceri.
Non c'è vizio che non trovi appoggio compiacente nell'alta società.
L'omosessualità per la classe povera non è un vizio ma un modo per accedere alle classi superiori.