E chissà se alla fine il destino di Romeo non era quello di essere un cornuto!
È preferibile parlar chiaro e vuotare il sacco. Ogni parola che rimane nel gozzo incancrenisce.
Non prendertela con chi ti sembra egoista, cattivo o stupido. Tu non sei diverso. E neppure io.
L'innocente non sa di esserlo. Per questo è tale.
Sempre saremo stupidi rispetto a qualcun altro.
Tutto ciò che la gente chiama comunemente destino, è costituito per lo più soltanto dalle sue stupide sciocchezze.
Quel che un uomo pensa di sé stesso: ecco ciò che determina, o meglio indica, il suo destino.
In qualsiasi momento della vita si può prendere in mano le redini e cambiare il proprio destino.
Un carattere nobile non si indurrà facilmente a lamentarsi del suo destino; piuttosto varrà di lui ciò che Amleto esalta in Orazio: "Giacché tu, mentre tutto dovevi soffrire, sei stato come uno cui non capitasse nulla".
Il migliore degli uomini non può eludere il proprio destino: i buoni muoiono presto, e i cattivi muoiono tardi.
Sentirsi superiori e vedersi trattato dal Destino come inferiore agli infimi, chi può vanagloriarsi di essere uomo in una tale situazione?
Ciò che la gente chiama destino è, per lo più, soltanto l'insieme delle sciocchezze che essa commette.
E non bisogna pensare che siano cose che succedono per caso, no... e nemmeno per una questione di diottrie, è il destino quello. Quella è gente che da sempre c'aveva già quell'istante stampato nella vita.
Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l'uomo di nuove prospettive. Se abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, allora non siamo una generazione vitale.
È il destino dell'uomo, quello di morire una sola volta.
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