A forza di credersi malato, lo si diventa.
Ci sono solo due tipi di persone: i magnanimi e le altre.
Lo snobismo è una malattia grave dell'anima, ma localizzata e che non la gusta tutta.
Noi non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia.
Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.
Amavo molto i malati ed avrei valicato monti e valli, se mi avessero lasciato fare, per visitare un malato, non per curarlo, ma per amarlo.
Le malattie sono più intelligenti di noi, trovano la risposta dei nostri problemi prima della ragione.
Fa bene qualche volta essere malato.
A dire il vero, non è la morte, è la malattia quello che temo, l'immensa umiliazione legata al fatto di languire nei paraggi della morte.
L'amore d'oggi è una malattia che entra nel sangue con il contatto; il resto è letteratura romantica del passato, è chiacchiera, è retorica; può essere tutt'al più contorno, ma non è il nocciolo.
Mi piace la convalescenza: è la cosa per cui vale la pena ammalarsi.
È nella malattia che ci rendiamo conto che non viviamo soli, ma incatenati a un essere d'un altro regno, dal quale ci separano degli abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci comprendere: il nostro corpo.
Malattia. Sovvenzione offerta dalla natura alle scuole di medicina. Ricca provvigione per il mantenimento degli impresari di pompe funebri. Sistema di rifornire i vermi delle tombe di carne non troppo secca e dura per scavarvi tunnel e riempirli.
Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo.
Chi non sente il suo male è tanto più malato.