La morte ci fa rinunciare a quello che la vita non ci avrebbe mai dato.
Il conformismo unisce gli uomini che l'originalità divide.
Il denaro è il bene superfluo più utile.
Se la ricchezza non ci dà la felicità, ci fa sopportare meglio l'infelicità.
Le lodi che più piacciono agli uomini sono quelle immeritate perché gli fanno credere di possedere le virtù che non hanno.
Da come una donna si veste indoviniamo la sua disponibilità a spogliarsi.
Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.
Ogniqualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo.
Meglio essere vigliacchi per un minuto che morti per il resto della vita!
Se la morte è il fine necessario della vita, tutta la saggezza consiste nell'affrettarne il conseguimento.
La morte è per tutti, la vita per pochi.
Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
Per tre giorni dopo la morte i capelli e le unghie continuano a crescere ma le telefonate calano progressivamente.
Di morte mangerai, che mangia gli uomini, e il morir finirà, morta la morte.
La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re.
Tutti dicono "Che disgrazia dover morire": strana lagnanza da parte di gente che ha dovuto vivere.