Santo. Peccatore morto, riveduto e corretto.— Ambrose Bierce
Santo. Peccatore morto, riveduto e corretto.
Pianoforte. Utensile da salotto, molto usato per castigare il visitatore impenitente. Lo si mette in funzione premendo sui tasti e deprimendo il morale degli ascoltatori.
Pazzo. Chi ha il vizio di credere che tutti gli altri siano tali.
Pigrizia. Un'ingiustificata rilassatezza di costumi da parte di una persona di basso ceto.
Quale mortale può lottare con una creatura dei suoi sogni?
Principe. Un giovin signore che offre il suo amore alle contadine nelle storie romantiche e alle mogli dei suoi amici nella vita.
I santi di legno scolpito hanno certo fatto più per il mondo che quelli in carne e ossa.
Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto.
Il mondo ha bisogno di santi che abbiano genio come una città dove infierisce la peste ha bisogno di medici.
Il Santo riscatta la storia dal suo peccato di essere esistenza. Entra nei disegni di Dio e libera l'umanità dalla schiavitù del potere, della abitudine e della desolante ipocrisia. Colui che possiede la vocazione è sempre libero.
I santi (i quasi santi) sono più esposti degli altri al diavolo, perché la reale conoscenza che posseggono della propria miseria rende loro la luce quasi intollerabile.
Non si nasce santi; lo si diventa con molte tribolazioni e dolori.
Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca.
I santi sono gli unici uomini veramente e pienamente realizzati.
I nostri costumi sono stati corrotti a furia di comunicare con i santi.
Oggi non è sufficiente essere santo: è necessaria la santità che il momento presente esige, una santità nuova, anch'essa senza precedenti.