L'ozio rende lente le ore e veloci gli anni. L'operosità rapide le ore e lenti gli anni.— Cesare Pavese
L'ozio rende lente le ore e veloci gli anni. L'operosità rapide le ore e lenti gli anni.
Le cose si ottengono quando non si desiderano più.
Chiodo scaccia chiodo, ma quattro chiodi fanno una croce.
È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno.
L'arte di non farci mai avvilire dalle reazioni altrui, ricordando che il valore di un sentimento è giudizio nostro poiché saremo noi a sentircelo, non chi interviene.
Lavorare stanca.
Un giorno d'ozio è più deprimente che una settimana di lavoro.
Io vagheggio il «diritto all'ozio», mentre c'è chi si affanna a cercare con la lanterna, il diritto al lavoro nella carta costituzionale.
La cosa più deliziosa non è non aver nulla da fare: è aver qualcosa da fare, e non farla.
Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo.
L'ozio è il padre di quei vizi che ce lo fanno amare.
L'ozio è il padre di tutti i vizi, ed è il coronamento di tutte le virtù.
Al di sopra di ogni altra cosa imparerai ad apprezzare il valore dell'indolenza. A un uomo pieno di vitalità occorre, per conquistarla, il lavoro di tutta una vita. Una volta che se n'è gustata la dolcezza, non si può più staccarsene, anche se ciò costa lotte continue.
Se l'antichità romana ha detto: «L'ozio essere il padre de' vizi», ha inteso dire al tempo stesso: il lavoro essere il padre di ogni virtù.
Riflettere autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli altri come io la realizzo adesso.
È 'l sonno, ozio de l'alme, oblio de' mali.