Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
È classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno.
Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.
Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.
I fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.
Dove bruciano libri, prima o poi qualcuno accenderà un televisore.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
I libri che il mondo chiama immorali sono i libri che mostrano al mondo la sua vergogna.
Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
La maggior parte dei libri attuali dà l'impressione di essere stata fatta in una giornata con dei libri letti il giorno avanti.
Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di richezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.
Quanti uomini hanno datato l'inizio d'una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.
Nei libri che ricordiamo c'è tutta la sostanza di quelli che abbiamo dimenticato.
L'ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare.