La morte è una sorpresa che rende inconcepibile il concepibile.
Ciò che è sempre nella mente quasi mai è nelle labbra.
La debolezza della forza è di non credere in altro che la forza.
La venerazione del passato conduce a un pessimismo ingiustificato sul presente e impedisce di capire che l'avvenire non è già più quello che era.
Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.
La danza, in misura maggiore delle altre attività artistiche dell'uomo, concede questa sensazione "estrema del possibile.
Vivere non è poi una gran cosa: tutti i tuoi servi, tutte le bestie vivono: l'importante è morire con dignità, saggezza e coraggio.
Conoscevo un uomo che diceva "La morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando".
Dicono che la morte è un mistero, ma il fatto di essere esistito è un mistero maggiore, apparentemente è banale, e invece è così misterioso.
La morte che tanto temiamo e rifiutiamo interrompe la vita, non la elimina.
La tradizionale versione apocalittica di una fine del mondo, con i suoi immani cataclismi che investono tutti, è anche rassicurante, perché permette di sovrastare l'angoscia della propria morte con l'immagine di una morte universale, di roghi e diluvi che bruciano e sommergono ogni cosa.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
O sei innamorato, o non lo sei. E' come la morte... o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto! Non c'è troppo amore, l'amore è lì, non si può andare oltre un certo limite e quando ci arrivi, a questo limite, è per l'eternità.
Le moribonde parole dello Incas. Secondo cui la morte arriva per nulla, circonfusa di silenzio, come una tacita, ultima combinazione del pensiero.
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