Giacché chi è infamato una volta, non aspetti più perdono.— Pietro Ellero
Giacché chi è infamato una volta, non aspetti più perdono.
Le lettere e le arti, pur che rappresentino le cose reali cui c'intendiamo, trastulli permessi.
Gli altri, che osano competere col così detto ingegno e colla così detta virtù, gabbamondi.
Mentre unico dovere è il non far male agli altri.
Non vi sono altre verità, tranne quelle, che si veggono cogli occhi e si toccano con mano.
Lo stato è indubbiamente un patrimonio degli uomini d'affari.
Perdonare quelli che si sottomettono e sconfiggere i superbi.
Non sono perfetto. So che ho ancora cose su cui devo lavorare, e sto lavorando su di esse. Ci sono cose che ho fatto di cui non sono orgoglioso, soprattutto quando hanno causato dolore agli altri. Chiedo a Dio che mi perdoni.
Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai.
Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze.
Constatare che non si è dimenticato ciò che è successo non significa che non si è perdonato.
Solamente chi è puro di cuore perdona la sete che conduce alle acque morte. E soltanto chi si regge ben saldo sulle proprie gambe sa porgere la mano a chi inciampa.
Perdoniamo facilmente agli amici i difetti che non ci toccano.
Tutti hanno bisogno di perdonare in certi momenti, per ristabilire la pace e continuare a vivere insieme.
Anche se Dio non ci perdonerà noi possiamo perdonare lui. Dobbiamo dimostrare a noi stessi di essere più grandi di Dio.
Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi.